Anas era il nome di un giovane siriano di anni 24 che, ad
Aleppo - tra le bombe della Siria, cercava di donare sorrisi ai bambini.
Anas aveva scelto di non scappare da quel cimitero di guerra
perché componente dell'Associazione "Space for Hope" ("Spazio
per la speranza"); tale Associazione, proprio ad Aleppo e nonostante i
bombardamenti continui, ha scelto di promuovere iniziative di sorridente speranza
a favore di tutti quei bambini a cui la guerra ha promesso di regalare, quotidianamente,
la morte.
Parruccone arancione, cappello giallo e naso rosso sbucavano,
quotidianamente, da una coltre di fumo innalzatasi per i bombardamenti assidui:
Anas aveva scelto di sbucare da quella coltre di fumo per sorprendere il
grigiore cupo della guerra e, così, rendere un momento di colorato sorriso.
Il “clown”, proprio mentre la guerra disseminava morte e
fughe e l’aria era un composto di polvere e detriti, si aggirava per la città
alla ricerca di quei bambini assordati e feriti dagli spari e dalle deflagrazioni,
sfidando – col suo naso rosso - la morte imposta e la paura provocata.
Il rosso diventava un gioco di sorrisi al fine di
allontanare quei fanciulli dal rosso più tragico: il sangue “schizzato” come
fango sui loro volti o il sangue di un genitore riverso a terra col cranio
frantumato o di una sorellina vestita di sangue e senza arti in ragione di
bombardamenti ritenuti necessari.
L’uomo non può scappare dall'uomo, bensì l’uomo deve
ritrovare l’altro uomo.
Non è una pallottola che fora una tempia o una bomba che
squarcia corpi a educare bambini innocenti e indifesi che, con uno straccio di
giocattolo tra le mani tremanti, si rincorrono tra detriti e brandelli di
carne.
Un naso rosso cercava il coraggio della fanciullezza e il
coraggio della fanciullezza trovava un naso rosso.
E si sorrideva in pace.
Ora, il naso rosso di Anas è rotolato a terra; il parruccone
arancione è diventato rosso di sangue; del cappello giallo, brandelli hanno
colorato l’aria.
Perché non si può vivere nel terrore della morte o nella
paura del bisogno o nella vergogna del disagio.
Anas si aggirava tra le bombe con un naso rosso…ed è morto.
Chi sono i potenti e chi sono i deboli?
Bisogna rispettare, vergognandosi, l’animo indifeso di un
sorriso autentico che, mentre corre, è squarciato dal piombo della disumanità.
P.S. La guerra non è solo quella dei proiettili e delle
bombe ma anche quella del bisogno indotto e dei soprusi quotidiani. Corrotti,
conniventi, perbenisti.
(Copyright2016)