I diritti e i doveri
sono il "cuore" delle norme
che impongono comportamenti
affinché ognuno possa essere “giusto”
(a garanzia della pacifica convivenza)
secondo il diritto
(così consentendo, agli "ognuno", di esercitare diritti e adempiere doveri, DIGNITOSAMENTE).
Eppure, il diritto
appare e scompare
in un rovescio:
basta solo avere occhi
e scrutare/osservare la realtà sociale.
Quindi, si susseguono certi politici, certi cultori del diritto, certi magistrati e certi avvocati: sembra un uragano di giustizia granitica.
LA GIUSTIZIA, sì.
Un via vai di disegni di legge, emendamenti e super emendamenti, un tripudio di dottrina, un proliferare di giurisprudenza.
Termini, atti contro atti, decadenze, prescrizioni, estinzioni, cessazioni, inammissibilità, vizi, notifiche, nullità e annullabilità, presunzioni semplici e iuris et de iure, libero apprezzamento, libero convincimento, motivazioni sintetiche, chiesto e pronunciato, colpevolezza, materialità, offensività, giusto processo, misure preventive e repressive, pignoramenti, economicità, imparzialità, efficacia, efficienza, buon andamento, procedimento, litisconsorzi e interventi, ctu e ctp (periti e consulenti), prove e controprove e ancora prove etc.
Ma la verità è in quella realtà sociale che non può sfuggire agli occhi di nessuno.
Secondo voi è giustizia?
E se si dovesse/potesse viver più di GIUSTEZZA e meno di giustizia?
(Copyright2016)
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