Un foglio di quotidiano è “portato”
lungo un viale dalle folate di vento; “plana”, “decolla”, “rotola” ma non si
strappa.
Ancora intatto, viene afferrato -al volo- da un passante come fosse carta straccia da cestinare; l’intento è di
natura, prettamente, civile poiché la “carta straccia” non è arredo urbano e tanto meno decoro.
Il passante incuriosito – prima di
cestinare – guarda quel foglio, legge, scruta; il suo volto si contrae,
avvicina il foglio, maggiormente, agli occhi e continua a leggere interessato.
Conclusa la lettura, lo piega,
delicatamente, riponendolo nella tasca della giacca con fare pensieroso: “perché
quel foglio di quotidiano è stato lasciato per strada e non cestinato?”.
Eppure, è talmente integro che
sembra esser stato custodito fino a qualche minuto prima, tant’è che nel
ripiegarlo, il passante, segue le pieghe già presenti.
Giunto a casa, trova riposo sul
divano – dinanzi al caminetto “ardente” - il giusto ristoro in un autunno
freddo; infila una mano nella tasca della giacca, resa umida dalle poche gocce
di pioggia che ne hanno accompagnato il ritorno, ed estrae il foglio di
quotidiano.
Lo apre delicatamente e su una
facciata campeggia un titolo a caratteri cubitali:
“L’ITALIA E’ UNO STATO DI DIRITTO”.
“Ma quale diritto?” – pensa il
passante – “tutto può sembrare un diritto e tutto può esserne il rovescio”.
Continua a leggere, comodo, il
contenuto sottostante al titolo che è un continuo elogio alla “perfetta” azione
politica, fondamento dello stato di diritto.
D’un tratto, il passante
interrompe la lettura, preso d’assalto da una miriade di domande:
- - E’ il diritto all'assistenza sanitaria pubblica
che diviene, doverosamente, assistenza privata?
- - E’ il diritto al lavoro che diviene,
doverosamente, bisogno per reperire consenso elettorale?
- - E’ il diritto alla previdenza sociale che
diviene, necessariamente, marginale rispetto ai vitalizi parlamentari o di,
certuni, consiglieri regionali?
- E’ il diritto a una fiscalità proporzionata che
diviene sempre più gravosa stante i “legittimati” evasori?
< - E’ il diritto di depauperare i “deboli” e
arricchire i “potenti”?
Il passante, rammaricato dalla
lettura di un contenuto difforme dalla realtà – alla luce, soprattutto, dei
tanti riscontri vissuti – piega, nuovamente, il foglio di quotidiano e lo
lascia cadere dalla finestra come fosse carta straccia.
Uno stato di diritto è uno STATO
in cui OGNUNO ha il DIRITTO di SAPERE e il DIRITTO di DIRE affinchè il DIRITTO
stesso sia , sempre più, una CONDIZIONE ESISTENZIALE DI GIUSTEZZA e DIGNITOSA
SOPRAVVIVENZA e NON una ZONA FRANCA nella quale RENDERE il DIRITTO un BISOGNO.
SI, BISOGNO DI VERITA’;
BISOGNO DI ONESTA’;
BISOGNO, FORSE, DI DIRITTO.
(Copyright 2012)
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