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mercoledì 12 giugno 2013

......................... di Antonio Belsito


Mi chiedo spesso quale possa essere la soluzione migliore..
..ma quando sembra sovvenire risposta..
..si perde.

Si perde in quella stretta al cuore.. si perde in quella sudorazione di mani.. si perde in quel digrignare i denti.. si perde in quello sguardo di ricordi.

Ritornano le ombre dell’assenza perché ritrovarsi soli, dopo immani sacrifici (ardenti come il fuoco), per una mancanza di coscienza civile è come strisciare nel deserto a gola secca, pur di trovar acqua.

Non si può immaginare l’arsura delle emozioni se non si vivono, dapprima, le emozioni.

Si bagnano le pupille come fossero canali di scolo,
si stringono i pugni come fossero verità nascoste,
si china la testa come fosse facile ritrovarsi nel vuoto di un pavimento.

Soli come se si fosse nati soli,
soli come se si fosse l’angolo più buio di un marciapiede di periferia,
soli come se si fosse invisibili.

Soli.

Non è facile immaginare la solitudine se non si ha il coraggio di fermarsi un istante per guardare gli occhi bassi della dignità calpestata.

Bisogna fermarsi un istante e avere il coraggio di guardare il bene dalla parte giusta.. dal verso designato.. dall'angolo prospettico migliore..
..forse, si potrebbe sentire il sospiro dell’amore.

Si.. anche a occhi bassi
                    il cuore bussa.

(Copyright 2013)