Mentre le tue guance si adagiano
sul cuscino, i miei occhi si svuotano di me e si riempiono di te.
Sento il palpito della tua
armonia, mentre scorri tra le lenzuola disegnate dalla tua melodia.
Un brivido mi sorprende come
fosse pioggia ma non scappo perché mi riscalda il tuo sole.
Il magone sorprende entrambi che
di rossore diveniamo tela: il mio e il tuo colore.
Ora, cerchiamo gli spazi che ci
riempiono di respiro mentre il ritmo incessante diviene ossigeno.
Le mani accarezzano, mentre i
nostri orizzonti si ricongiungono in un fremito senza tempo.
Sussurra la vita, mentre intrecci
di abbracci ci fondono in un'unica esistenza ansimante.
Ora, si sente l'eternità: un
istante.
Un incontro, un abbraccio intimo a cui solo tu riesci a dar voce con eleganza, finezza e signorilità. Il tuo stile è unico Antonio. Complimenti.
RispondiEliminaSono certo che in tanti sedimenta la voce dell'emozione. Spesso, ci si contiene per timore o per timidezza. "Gridare" un'emozione è "liberatorio" perché la si sente ancor più. E' l'abbraccio della vita. Grato.
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