"Non c’è nessuna strada facile per
la libertà."
(Nelson Mandela)
Era un nero.
Era un nero, così come i bianchi che vivevano il Sudafrica.
Era un nero che, però, si accorse di non essere proprio come i bianchi
perché i bianchi non volevano essere così come i neri.
Era un U O M O.
Era uno dei pochi U O M I N I che riuscì a essere orgoglioso di una
condanna all'ergastolo e che patì tale pena solo perché lottava
contro le discriminazioni razziali, in favore dei diritti umani.
Fu condannato all'ergastolo solo perché amava e sognava che TUTTI
GLI UOMINI potessero riconoscersi come tali al fine di rendere il senso di
un’esistenza che è la pacifica condivisione di volontà e pensieri per divenire
popolo della terra.
Fu condannato all'ergastolo solo perché desiderava guardare negli
occhi un bianco così come un nero perché erano e sono le stesse persone.
Fu condannato all'ergastolo perché da giovane avvocato aiutava,
mediante prestazioni gratuite, i più deboli, oppressi dalle ingiustizie
finalizzate allo sfinimento arbitrario dettato dai più forti.
Fu condannato all'ergastolo solo perché credeva nella solidarietà
umana quale incipit di una vita che è riconoscersi per
condividere e costruire il bene.
Sorrideva nella cella 4 6 6 6 4 e leggeva poesie.
Leggeva versi Madiba – in cella - perché la vita non poteva che essere la
poesia del cuore, di quel cuore che era ed è in ognuno degli occupanti la
terra.
Sentiva i palpiti Madiba – in cella - perché l’occasione più bella per
sentirsi U O M I N I è fermarsi - un istante - per ascoltare la vita.
Scriveva Madiba – in cella - perché le parole più belle sono quelle che si
scrivono sobbarcandosi la sofferenza di un’ingiustizia imposta da altri che
della giustizia ne fanno solo “proselitismo”.
Era un prigioniero Nelson Mandela.
Era un prigioniero “privilegiato”.
Trascorreva le sue ore in una cella stretta e umida, catturato da sbarre e
muri di cemento armato solo perché aveva pronunciato la parola L I B E R T A’.
Quel pensiero, quella riflessione, quel diritto assoluto di L I B E R T A’
gli costò la prigionia, “una prigionia a vita” che, “fortunatamente”, durò più
di un ventennio solo perché qualcuno ne riconobbe la ragionevolezza delle
riflessioni esistenziali espresse.
Durò solo un ventennio perché qualcuno capì che i neri vivevano nel fango,
bagnati dagli sputi dei bianchi, insultati dalla povertà indotta, ammassati su
terreni dissestati, concessi dai predetti bianchi solo per tenersi “lontano”.
Durò solo un ventennio perché qualcuno si accorse che i neri partorivano
figli già morti.
Però, durò un ventennio.
Nelson Mandela, detto Madiba, era un A U T E N T I C O figlio di questa
terra.
Nelson Mandela, detto Madiba, era un U O M O V E R O E
C O R A G G I O S O perché combatteva le ingiustizie e le oppressioni, consumate per soggiogare e comandare i più deboli.
Nelson Mandela, detto Madiba, aveva una testa, due occhi, due orecchie, due
braccia, due gambe, due piedi e un CUORE protesi al bene comune, a quel bene che
è la volontà di essere comunità, di essere U O M O/I N D I V I D U O in una
collettività detta terra, di esserci su questa terra.
Nelson Mandela, detto Madiba, era un POLITICO degno della dizione e del
significato perché la sua azione ha realizzato i diritti politici, civili e
sociali di tutti, neri e bianchi, forti e deboli, perché gli uomini hanno – t u
t t i – una testa, due occhi, due orecchie, due braccia, due gambe, due piedi e
un “cuore”.
Ecco perché Nelson Mandela, detto Madiba, gridò:
L I B E R T A’ .
Madiba pronunciò la parola L I B E R T A’ perché non c’è nessuna ragione
che possa sostenere la superiorità di un uomo rispetto a un altro o di un
popolo rispetto a un altro.
Madiba pronunciò la parola L I B E R T A’ perché non c’è nessuna ragione
per costruire bombe atomiche o caccia bombardieri o navi militari.
Madiba pronunciò la parola L I B E R T A’ perché non c’è nessuna ragione
per calpestare i diritti dei più deboli poiché anche i più deboli sanno essere
destinatari di doveri purché tali doveri non siano la scelta arbitraria - di
qualche pseudo uomo - finalizzata a rendere schiavi e a calpestare la dignità come fosse pozzanghera.
Madiba ha sempre creduto che la D I G N I T A’ di un solo U O M O è ciò che
di più prezioso possa esserci: o s s i g e n o.
“ U N I T E V I , M O B I L
I T A T E V I, L O T T A T E. ”
(NELSON MANDELA)
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