A Lidia che è portatrice di arte quale moto emotivo per il bene comune, spendendosi -concretamente-per suffragare le giuste cause di umanità.
Lo
spettacolo “Solo Anna” rende fervido il ricordo di Anna Magnani attraverso l’interpretazione
autentica di Lidia Vitale.
L’essere di “Nannarella” trapela sia dalla palese somiglianza fisica sia da quell'espressività emotiva, propria della Vitale/Magnani, che diviene la carezza da inseguire e
da dispensare.
Era la
stessa Anna Magnani che affermava: “Ho
capito che ero nata attrice. Avevo solo deciso di diventarlo nella culla, tra
una lacrima di troppo e una carezza di meno. Per tutta la vita ho urlato con
tutta me stessa per questa lacrima, ho implorato questa carezza”.
La Magnani ha
sempre rincorso quella “carezza di meno” che l’ha resa di più; si, è proprio
nel rincorrere quella carezza che Anna Magnani ha dispensato l’autenticità di un’esistenza
cullata dalla verità di essere, senza mai sentire il bisogno di nascondersi.
Lidia
Vitale interpreta l’essenza vera, reale, di "Nannarella" attraverso le lacrime
contenute dal coraggio di essere, l’energia vocale di dire e la dolcezza
di sussurrare, la voglia di sorridere e l’esigenza di ridere, la
fermezza dei passi e la debolezza di assopirsi, in casa, nei pensieri più
profondi.
L’attrice Vitale
diviene un tutt'uno con Anna tant'è che da interprete diventa identità perché nello
scorrere delle luci di scena e dei pochi oggetti s’intravede la forza
psico-fisico della donna Magnani nella sua espressione “ammaccata” dal coraggio
di essere e di esistere senza mai mollare.
Anna Magnani
ha sempre manifestato ciò che era tant'è che non si nascose neanche quando
decise di girare “Vulcano” sull'isola di fronte a quella in cui la sua più
grande carezza sentimentale, Rossellini, girava “Stromboli” con la nuova compagna
Ingrid Bergman; lei, “Nannarella”, si
premurò di non allontanarsi dal suo cuore, nonostante lo strazio.
Lo strazio
che diviene dolcezza e la dolcezza che diviene strazio s’intravede,
agevolmente, nell'agere della Vitale
che, impegnando lo spazio con autorevolezza scenica, rende anche il senso
fisico delle ambientazioni afferenti al testo recitato.
E’ un
intrecciarsi di momenti salienti, di dinamiche quotidiane più o meno
conosciute, di personaggi, suffragati talvolta da proiezioni a muro e talvolta
dalla sola capacità evocativa/interpretativa di Lidia Vitale che riesce a rendere
concreta l’interazione/partecipazione anche con ciò che non si vede.
Lo spazio
di azione della Vitale è a ridosso degli spettatori che ne divengono parte
integrante: diventa un “tête-à-tête” con la tenacia, la vigoria, la
determinazione e la semplicità della Magnani.
Proprio la
tenacia e la determinazione portarono “Nannarella” a riconoscere l’unico
figlio, Luca, come Luca Magnani, stante il disinteresse del compagno a
sostenerla in uno dei più bei viaggi della sua vita.
Proprio la
semplicità di Anna si palesò in uno dei momenti più importanti della sua
carriera: l’Oscar come miglior attrice protagonista per l’interpretazione di
Serafina nel film “La rosa tatuata” di D. Mann (fu la prima interprete italiana
nella storia dell’Academy Awards a vincerlo)fu ritirato da Marisa Pavan e non
dalla stessa premiata.
La Magnani aveva
voglia di vivere la vita "così come si presenta", senza necessità di mentire o di
apparire.
Anna Magnani
era figlia di quel neorealismo che rappresentava situazioni reali del nostra
paese - dagli agi ai disagi - e lei ne divenne rappresentazione senza mai
risparmiarsi(anzi, esortava le
coscienze civili attraverso la sua arte, coccolando quel popolo che le apparteneva).
Neanche Lidia Vitale si risparmia, bensì richiama l’attenzione sulla responsabilità civile, su quella coscienza di essere individui ma anche comunità attraverso i tono incisivi della Magnani.
Neanche Lidia Vitale si risparmia, bensì richiama l’attenzione sulla responsabilità civile, su quella coscienza di essere individui ma anche comunità attraverso i tono incisivi della Magnani.
Lo spettacolo diviene un crescendo di vita sino alla fine.
Infatti, Lidia Vitale - proprio nel finale - esprime la voglia di vivere della Magnani che, consapevole della grave patologia da cui è affetta, abbraccia il suo
dolore, fiera e orgogliosa di essere e di esistere; la fierezza e l’orgoglio
trapelano dagli occhi lucidi della Vitale che si stringe nella sofferenza fisica di "Nannarella", prima che si spengano le luci.
E’ un riviverne
l’esistenza.
Si, il
coraggio di essere Anna Magnani.
Grazie
Lidia.
(Copyright 2013 - Nelle foto di Walter Fratto l'attrice Lidia Vitale)
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