E, ora,
sono qui a cercare nella polvere un tozzo di pane.
Lo cerco e
m’impegno perché mi piace sudare ciò che sogno.
Tra i rovi
scorgo un bicchiere d’acqua; ho sete, tanta sete.
Allungo il
braccio perché voglio bere: ho la bocca prosciugata dalla polvere, quella
polvere che respiro, quotidianamente, per cercare un pezzo di pane.
Sento le
spine conficcarsi nelle mie carni, nel mio braccio, ma la necessità di bere è più forte della paura di soffrire.
Il dolore della sopravvivenza anestetizza.
Stringo tra
le mani un libro sporco di sangue, prezioso ricordo delle scuole elementari;
nonostante sia consumato dal sudore, il titolo appare chiaro.
Questo
libro ha attraversato mani e periodi / adagiato su banchi e cattedre / riposto
in cartelle e librerie. / Questo libro ha riempito biblioteche e fondazioni:
“EDUCAZIONE
CIVICA”
(Copyright 2013)
Oggi, 1° maggio, è la festa del lavoro che non c'è. Quello che dovrebbe essere un diritto sacrosanto è oramai una chimera per tanti, tantissimi.Siamo schiacciati, immobili, gente senza speranza.. soffocati da questa vita.
RispondiEliminaSi sente, a volte, un vento leggero che rincuora.. e il vento non lo si può fermare, tu fai parte di questo vento Antonio..
Bisogna lasciarsi trascinare dal vento della speranza per trovare la forza di reagire e, magari, farsi sentire. Possiamo gridare, si..ancora si può gridare.
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