Una semplice sala d'aspetto di una stazione, luogo di attesa,
d'incontri e di partenze.
Una normale sala di attesa ove gli occhi si scrutano l'un l'altro,
si celano dietro un giornale, sprofondano in un dolce dormiveglia, si
confondono e, forse, si confortano.
Una stanza ove il tempo, a volte, sembra non passare mai e,
altre, invece, sembra non bastare mai.
I profumi e i colori delle valigie sembrano animare i muri
così come le grida felici di quei bambini che si rincorrono.. aspettando il “ciuf
ciuf”.
Parole silenti come un ronzio, parole urlate come l’orgoglio,
parole strappate come un foglio.
Le gambe e le braccia
sembrano non trovare ristoro e, allora, pochi passi all'interno della stanza “sgranchiscono”
e “alleggeriscono” il carico.
Le mimiche facciali raccontano storie diverse: chi dice con
le rughe, chi sorride all'adolescenza, chi – ansioso – attende il lavoro, chi –
con gli occhi appena lucidi – attende la nascita, chi – triste – attende la
partenza e chi – felice – attende l’arrivo.
La stazione è un viatico di emozioni che vanno e che vengono
senza fermarsi mai e seppur cercano di nascondersi, comunque, si vedono.
Ecco, la sala d'aspetto avvicina i corpi, i cuori, le anime
e, anche, le menti; nonostante possa sembrare un comune luogo pubblico, in
realtà diventa il sentimento degli altri.
Sul pavimento giacciono mozziconi di sigarette spente a metà,
spente col filtro quasi consumato, spente appena accese; quel pavimento è
segnato da passi veloci, da passi sentiti, da passi lenti, da passi scaltri, da
passi silenti.
Seduta su una panca, una signora mangia un tozzo di pane
mentre - di fronte - un bambino dorme “cullato” dalle braccia materne e, ancora
più defilato, un anziano - con gli occhiali bassi sul naso - cerca nel suo
borsellino; una coppia si ritrova nel sorriso di un bacio, mentre altri nel
sostegno di un abbraccio.
Intanto, viene annunciato l'arrivo di un treno e qualche
volto si distende, altri cercano il tabellone per vedere meglio il binario e
altri ancora chiedono spiegazioni perché distratti.
Fuori, i taxi/tassisti sembrano formichine in coda, l'uno
dietro l'altro, pronti a faticare per guadagnarsi da vivere perché anche loro
hanno affetti che li attendono.
E’ agosto, il due per
la precisione, e si vede perché la stanza è animata dai vacanzieri: accenti e lingue
differenti si susseguono.. dagli sguardi trapela la spensieratezza del ristoro.
Alcuni si comprendono, altri un po’ meno ma, stante l’abbigliamento
estivo, parleranno di mare e sole; il mar adriatico risplende ancora negli
occhi di qualcuno.
Il fattorino, sudato d'estate, deposita alcuni bagagli e, sulla
soglia d’ingresso, due giovani stringono le loro mani, l’una nell’altra..
..E’ boato.
Sono le 10:25; l’autobus di linea 37 è fermo nei pressi della stazione.
(Copyright 2012)
Complimenti!!! Non sono necessarie altre parole..
RispondiElimina