venerdì 2 ottobre 2015

E’ QUESTIONE DI C U L T U R A . . . di Antonio Belsito

"Quella sensibilità che è cultura della socialità, di essere e di esserci, arriva dai pochi (troppo pochi)...e diviene sostegno morale."



Tempi di recessione. Vero.
Fondi e coperture finanziarie statali ridotte, contenute, dimezzate, tagliate, revocate, azzerate.

Paga “dazio” anche – e troppo – la cultura.
"Ma la cultura non si fa con i soldi" - affermano.

Vero è che la cultura si fa col cuore ma i soldi sono solo un necessario sostegno all'espressività.

Sì, è l’espressione che fa la cultura.

Si fa cultura anche in sé – certo; basta aprire il proprio portafoglio.
Eppure, un portafoglio personale potrebbe essere, pericolosamente, discriminatorio per la cultura.
E’ nel momento in cui la si esprime – la cultura - che ne assurge la socialità.

La cultura è un impastarsi di anime che esprimono il sentimento di una co(no)scenza comune: l’umanità.

H U M A N I T A S .

I soldi stanno alla cultura come il tetto sta alla casa: i soldi dovrebbero essere solo una copertura, una protezione per poter imparare, interagire, e, forse, insegnare.
Allora, c’è chi apre il proprio portafoglio per sé; c’è chi apre il proprio portafoglio per sé e anche per gli altri; c’è chi apre il portafoglio vuoto e, fortunatamente, lo riempie di emozioni attraverso il pubblico sostegno economico-finanziario alla cultura.
Ci si pregna di cultura, si sorride alla cultura, si diventa beati di cultura.
Però, ci si specchia anche, forse troppo, nella cultura.

Specchietto per le allodole? Boh… può darsi.
Vanità? Può succedere.

Campeggiano ovunque grandi manifesti di cultura.
Aleggiano ovunque grandi manifestazioni di cultura.
Spingono cortei di cultura.
In televisione, ci si picchia anche in nome della cultura.
A teatro, o sui set cinematografici, si fa a guerra in nome della cultura.
Associazioni fanno a gara in nome della cultura.
Pamphlet di cultura, giornalini di cultura, riviste di cultura, fanno la fortuna della raccolta differenziata.
Concorsi letterariocinematograficiteatralicanori che diventano, sempre più, "vessilli" di cultura.
Circoli culturali sfavillanti e luccicanti abbagliano.
Circoli culturali meno sfavillanti e luccicanti ringhiano.
Microfoni "echeggiano" cultura, luci illuminano cultura, trucco colora cultura.
Qualche giovane rincorre la "gloria" della cultura; altri, meno giovani, rincorrono la "glorificazione" culturale.
Non mancano Sinossi e locandine “inchiostrate” di cultura.

Un clown sta – solo e triste - in un angolino perché non fa più ridere.
Il suo naso rosso non funziona più.

E’ questione di cultura.

(Copyright2015)





Nessun commento:

Posta un commento